Words and Tags - 28 Maggio 2023 - Rubrica Diana - Poesia in Grafica: Vincenzo Cardarelli

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Buongiorno ragazze,
buongiorno Gianni,
 
28 maggio 2023
Il poeta di cui ci occuperemo questa settimana
è un poeta abbastanza conosciuto soprattutto per la sua poesia
Gabbiani
 
Vincenzo Cardarelli
Nacque nel 1887 a Corneto Tarquinia, in provincia di Viterbo,
il suo vero nome di battesimo era Nazareno.
Non compì studi regolari.
A diciassette anni
si trasferì a Roma
dove per mantenersi esercitò svariati mestieri
finché si diede al giornalismo.
Fu collaboratore della rivista letteraria La Ronda
Morì a Roma nel 1959.
Tra le sue opere principali sono da ricordare Prologhi, Viaggi nel tempo,
Favole e Memorie, Parole all'orecchio, Parliamo all'Italia.
 
Notizie biografiche più dettagliate le puoi trovare
Qui
(Piccolo avviso:
se entrerai in questa pagina, vedrai delle anomalie nella scrittura,
infatti dopo il guasto che abbiamo avuto a causa dell'incendio
che ha distrutto i cavi e il provvisorio ripristino della rete,
mi sono accorta che, nel mio sito
sono sparite tutte le lettere accentate
sostituite da strani segni.
Non so se la cosa dipenda da questo o altro.
Spero che sia una cosa momentanea
altrimenti vedrò come provvedere)
 
 
 
 
La prima poesia che propongo da esprimere in grafica è, come ho già detto,
una fra le più conosciute se non la più conosciuta di Cardarelli
poesia che esprime proprio la difficoltà, da parte del poeta, di trovare terra,
sinonimo di pace, per la sua anima e per l'umanità in genere
 

Gabbiani
 
Non so dove i gabbiani abbiano il nido
dove trovino pace.
Io son come loro
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
E come forse anch'essi amo la quiete,
la gran quiete marina
ma il mio destino è vivere
balenando in burrasca.
 
 
 

Propongo anche quest'altra poesia dove appare evidente l'influenza leopardiana.
 
Sera di Gavinana
 
Ecco la sera e spiove,
sul toscano Appennino.
Con lo scender che fan le nubi a valle,
prese a lembi qua e là
come ragne fra gli alberi intricate,
si colorano i monti di viola.
Dolce vagare allora,
per chi s'affanna il giorno
ed in se stesso, incredulo, si torce.
Viene dai borghi, qui sotto, in faccende,
un vociar lieto e folto in cui si sente
il giorno che declina
e il riposo imminente
Vi si mischia il pulsare, il batter secco
ed altro del camion sullo stradone
bianco che varca i monti.
E tutto quanto a sera,
grilli, campane, fonti,
fa concerto e preghiera,
trema nell'aria sgombra.
Ma come più rifulge,
nell'ora che non ha un'altra luce,
il manto dei tuoi fianchi ampi, Appennino.
Sui tuoi prati che salgono a gironi,
questo liquido verde, che rispunta
fra gl'inganni del sole ad ogni acquata,
al vento trascolora, e mi rapisce,
per l'inquieto cammino,
si che teneramente fa star muta l'anima vagabonda.
1913
 
*Ragne - Ragnatele
 
*Sera di Gavinana si riferisce alla frazione di San Marcello pistoiese,
dove cadde nel 1530 Francesco Ferrucci in difesa della Repubblica fiorentina.
Ferrucci viene citato anche nella poesia -Camicia nera-
scritta nel 1933, con un fine piuttosto politico.
 
 
 
 

E, visto che siamo nell'imminente arrivo della stagione estiva,  metto anche questa
 
Estiva
 
Distesa estate,
stagione di densi climi
di grandi mattini
dell'albe senza rumore -
ci si risveglia come in un acquario -
dei giorni identici, astrali.
 
Stagione la meno dolente
d'oscuramenti e di crisi
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca.
 
Stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti la luce,
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell'ordine che precede
qualche cadenza dell'indugio eterno
1915
 
 
 
Abbraccio
Diana
 

 

 

 

 

 

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