Words and Tags - 19 Marzo 2023 - Rubrica Diana - Poesia in Grafica: In un momento - Dino Campana
I Nostri lavori:
Qui
buongiorna Gianni,
Vi propongo oggi qualche poesia tratta dai Canti Orfici,
Un breve cenno biografico
Dino Campana nasce a Marradi, in provincia di Firenze nel 1885
Una prima edizione viene stampata a spese di Campana da un tipografo di
Marradi nel 1914.
Personalità travagliata,
Dal web
Una biografia più dettagliata la puoi trovare qui.
-In un momento- che Campana scrisse per Sibilla,
quando ormai le rose erano sfiorite.
Sono sfiorite le rose
I petali caduti
Perché io non potevo dimenticare le rose
Le cercavamo insieme
Abbiamo trovato delle rose
Erano le sue rose erano le mie rose
Questo viaggio chiamavamo amore
Col nostro sangue e colle nostre lagrime facevamo le rose
Che brillavano un momento al sole del mattino
Le abbiamo sfiorite sotto il sole tra i rovi
Le rose che non erano le nostre rose
Le mie rose le sue rose
Bellissimi questi versi che racchiudono un po' tutta la poetica di
Campana che possiamo definire simbolista,
La rosa, il fiore sempre giovane,
Quella che mi piacerebbe veder "disegnata" è -In un momento - ma... a
voi la scelta.
Sul più illustre paesaggio
Ha passeggiato il ricordo
Col vostro passo di pantera
Sul più illustre paesaggio
Il vostro passo di velluto
E il vostro sguardo di vergine violata
Il vostro passo silenzioso come il ricordo
Affacciata al parapetto
Sull'acqua corrente
I vostro occhi
forti di luce.
Da Taccuini, abbozzi e carte varie 1
Barche amorrate (ormeggiate)
Che schioccano e frustano al vento
Che gonfia di vane sequele
Le vele le vele le vele!
Volubil che l'onda che ammorza
Ne l'onda volubile smorza
Le vele le vele le vele!
Metto la perifrasi presa dal web che mi sembra ben fatta.
La poesia si innalza nel vento parola per parola
Non so se tra rocce il tuo pallido
Viso m'apparve, o sorriso
Di lontananze ignote
Fosti, la china eburnea
Fronte fulgente o giovine
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina o Regina adolescente:
Ma per il tuo ignoto poema
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose,
Regina de la melodia:
Reclino, io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
Fu dei capelli il vivente
Segno del suo pallore,
Non so se fu un dolce vapore,
Dolce sul mio dolore,
Sorriso di un volto notturno:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l'ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
Dino Campana
Fu pubblicato in rivista nel 1912 e fu poi scelta dal poeta per aprire
la sezione dei “Notturni” dei “Canti orfici”.
Soggetto è la mitologica Chimera che sfugge sempre, lontana
sull’orizzonte, che agita il desiderio e rende impossibile la quiete.
È l’idea stessa della poesia campaniana, in fondo, che Montale additava
già come
«una poesia in fuga… che si disfà sempre sul punto di concludere».
Come una chimera, che si allontana di nuovo quando siamo sul punto di
raggiungerla.
E allora ecco che Campana ci costringe a seguirlo
Dal web
Capisco l'entusiasmo che provò Sibilla, leggendo queste poesie.
Capita