Words and Tags - 16 Aprile 2023 - Rubrica Diana - Poesia in Grafica: Mario Luzi

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Buongiorno ragazze,
buongiorno Gianni,
dopo le vacanze di Pasqua,
riprendiamo la nostra rubrica di Poesia in grafica.
 
Per l'attività di questa settimana vi propongo uno che,
secondo me,
è fra i più illustri poeti italiani del Novecento.
Mario Luzi Castello (Sesto Fiorentino, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005)
è stato un poeta, drammaturgo, critico letterario, traduttore e critico cinematografico italiano.
In occasione del suo novantesimo compleanno
fu nominato senatore a vita della Repubblica Italiana.
Una biografia più dettagliata la puoi trovare qui
 
 
 
 
La forza della poesia di Luzi sta nella capacità di mettersi in contatto
con la molteplicità dei tentativi volti ad esistere sia nella felicità che nello sconforto,
comprendendo o tacendo, spaesati, di fronte alle esperienze.
Con la volontà si deve cercare di mantenere vivo il contatto con la realtà
per ricostruire un senso ogni giorno,
consapevoli, di fatto, che non esista un termine a questa ricerca
e che il mistero parli con la voce del quotidiano.
Di qui l’importanza del ricordo e del ritorno
come prima fonte a nostra disposizione,
per non chiudersi in una dicotomia tutta al presente,
ma percepirsi come processo in atto.
La memoria è la custode di ogni minima variazione
e opposizione nel tempo.
Il luogo e il tempo divengono le coordinate entro cui orientare il proprio sguardo
perché nessun attimo venga sprecato e perché il quotidiano trovi voce.
Il linguaggio diviene allora la pura nominazione delle cose,
dove il poeta è, fra i tanti strumenti,
colui che ha il pregio della voce e che riesce a far parlare la complessità del reale.
Si tratta, però, di uno scambio continuo,
di un’interazione poiché l’uomo/poeta
è anche attratto da ciò che va oltre questo mondo sensibile e descrittibile.
 Rielaborazione di commenti trovati in rete o su libri di letteratura.
 
La poesia che ho scelto è una fra le più belle e conosciute del Poeta.
Ci ritroviamo i temi a lui cari.
 
...La mia pena è durare oltre questo attimo...
 
Già, quando viviamo attimi di felicità, temiamo che passino in fretta
per ritrovarci poi, in pensieri più tristi r torvi,
la dicotomia con cui dobbiamo convivere e che ci porta a cercare, di continuo,
in esterno,
quel qualcosa o quel qualcuno che faccia venir fuori quello che è già dentro di noi:
l'amore.
Un brevissimo semplice commento questo mio per non influenzare le vostre scelte grafiche.
Mi piacerebbe sapere però quali versi o parole vi hanno colpito di più di questa poesia.
 
Aprile - Amore
 
Il pensiero della morte m’accompagna
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.
 
Tempo che soffre e fa soffrire, tempo
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.
 
Il cammino è per luoghi noti
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!
 
È incredibile ch’io ti cerchi in questo
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.
 
L’amore aiuta a vivere, a durare,
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.
 
La mia pena è durare oltre questo attimo.
 
Mario Luzi
 da “Primizie del deserto” 1952
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Vi metto quest'altra poesia che è tratta dalla raccolta La barca
la prima raccolta pubblicata
dove si può vedere l'influenza dell'ermetismo che
ha punteggiato il primo periodo poetico di Luzi.
Anche qui c'è la ricerca del senso della vita
ma è più accentuato il simbolismo.
 

L’immensità dell’attimo
 
Quando tra estreme ombre profonda
in aperti paesi l’estate
rapisce il canto agli armenti
e la memoria dei pastori e ovunque tace
la secreta alacrità delle specie,
i nascituri avvallano
nella dolce volontà delle madri
e preme i rami dei colli e le pianure
aride il progressivo esser dei frutti.
Sulla terra accadono senza luogo,
senza perché le indelebili
verità, in quel soffio ove affondan
leggere il peso le fronde
le navi inclinano il fianco
e l’ansia dè naviganti a strane coste,
il suono d’ogni voce
perde sé nel suo grembo, al mare al vento.
 
Mario Luzi
da "La barca"
 
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Questa è la Meditazioni sulla Via Crucis
che fu composta da Mario Luzi nel 1999,
 per accompagnare la processione del Venerdì Santo guidata da Giovanni Paolo II.
Meditazione della dodicesima stazione, una delle più belle..
 

Meditazioni sulla Via Crucis
 
Padre mio, mi sono affezionato alla terra
quanto non avrei creduto.
E' bella e terribile la terra.
Io ci sono nato quasi di nascosto,
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
Mi sono affezionato alle sue strade,
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti,
le vigne, perfino i deserti.
E' solo una stazione per il figlio tuo la terra
ma ora mi addolora lasciarla
e perfino questi uomini e le loro occupazioni,
le loro case e i loro ricoveri
mi dà pena doverli abbandonare.
Il cuore umano è pieno di contraddizioni
ma neppure un istante mi sono allontanato da te.
Ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi
o avessi dimenticato di essere stato.
La vita sulla terra è dolorosa,
ma è anche gioiosa: mi sovvengono
i piccoli dell'uomo, gli alberi e gli animali.
Mancano oggi qui su questo poggio che chiamano Calvario.
Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco?
Il terrestre l'ho fatto troppo mio o l'ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna.
Abbraccio
Diana
 

 

 

 

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