Words and Tags - 16 Aprile 2023 - Rubrica Diana - Poesia in Grafica: Mario Luzi
I Nostri lavori:
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Mario Luzi Castello (Sesto Fiorentino, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28
febbraio 2005)
In occasione del suo novantesimo compleanno
Una biografia più dettagliata la puoi trovare qui
Con la volontà si deve cercare di mantenere vivo il contatto con la
realtà
Di qui l’importanza del ricordo e del ritorno
La memoria è la custode di ogni minima variazione
Il luogo e il tempo divengono le coordinate entro cui orientare il
proprio sguardo
Il linguaggio diviene allora la pura nominazione delle cose,
Si tratta, però, di uno scambio continuo,
Rielaborazione di commenti trovati in rete o su libri di letteratura.
Ci ritroviamo i temi a lui cari.
Un brevissimo semplice commento questo mio per non influenzare le vostre
scelte grafiche.
Mi piacerebbe sapere però quali versi o parole vi hanno colpito di più
di questa poesia.
tra i due muri di questa via che sale
e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo
di primavera irrita i colori,
stranisce l’erba, il glicine, fa aspra
la selce; sotto cappe ed impermeabili
punge le mani secche, mette un brivido.
che in un turbine chiaro porta fiori
misti a crudeli apparizioni, e ognuna
mentre ti chiedi che cos’è sparisce
rapida nella polvere e nel vento.
se non che fatti irreali
prefigurano l’esilio e la morte.
Tu che sei, io che sono divenuto
che m’aggiro in così ventoso spazio,
uomo dietro una traccia fine e debole!
o in altro luogo della terra dove
è molto se possiamo riconoscerci.
Ma è ancora un’età, la mia,
che s’aspetta dagli altri
quello che è in noi oppure non esiste.
l’amore annulla e dà principio. E quando
chi soffre o langue spera, se anche spera,
che un soccorso s’annunci di lontano,
è in lui, un soffio basta a suscitarlo.
Questo ho imparato e dimenticato mille volte,
ora da te mi torna fatto chiaro,
ora prende vivezza e verità.
da “Primizie del deserto” 1952
la prima raccolta pubblicata
Anche qui c'è la ricerca del senso della vita
L’immensità dell’attimo
in aperti paesi l’estate
rapisce il canto agli armenti
e la memoria dei pastori e ovunque tace
la secreta alacrità delle specie,
i nascituri avvallano
nella dolce volontà delle madri
e preme i rami dei colli e le pianure
aride il progressivo esser dei frutti.
Sulla terra accadono senza luogo,
senza perché le indelebili
verità, in quel soffio ove affondan
leggere il peso le fronde
le navi inclinano il fianco
e l’ansia dè naviganti a strane coste,
il suono d’ogni voce
perde sé nel suo grembo, al mare al vento.
da "La barca"
Meditazione della dodicesima stazione, una delle più belle..
Meditazioni sulla Via Crucis
quanto non avrei creduto.
E' bella e terribile la terra.
Io ci sono nato quasi di nascosto,
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
Mi sono affezionato alle sue strade,
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti,
le vigne, perfino i deserti.
E' solo una stazione per il figlio tuo la terra
ma ora mi addolora lasciarla
e perfino questi uomini e le loro occupazioni,
le loro case e i loro ricoveri
mi dà pena doverli abbandonare.
Il cuore umano è pieno di contraddizioni
ma neppure un istante mi sono allontanato da te.
Ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi
o avessi dimenticato di essere stato.
La vita sulla terra è dolorosa,
ma è anche gioiosa: mi sovvengono
i piccoli dell'uomo, gli alberi e gli animali.
Mancano oggi qui su questo poggio che chiamano Calvario.
Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco?
Il terrestre l'ho fatto troppo mio o l'ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna.